
Comunicato stampa
Tavola rotonda “Le politiche pubbliche e l’eco-innovazione”
6 ottobre 2020
Lunedì 5 ottobre 2020 si è tenuta la tavola rotonda dal titolo “Le politiche pubbliche e l’eco-innovazione” organizzata dal think tank AWARE nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da AsVIS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
Hanno partecipato all’incontro Grazia Barberio, Responsabile per l’Economia Circolare di ENEA, Luca Meini, Head of Circular Economy di ENEL Holding e Andrea Fedeli, Presidente di AWARE che ha moderato la discussione.
L’incontro è stato occasione di approfondimento del tema della circular economy. AWARE si è chiesto come si potesse sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema e come due aziende, quali ENEL ed ENEA, stiano applicando le loro strategie nella cornice dell’eco-innovazione. Lo scopo dell’incontro è stato duplice: da un lato si è voluto porre l’attenzione sul tema dell’eco-innovazione come driver per la transizione green; dall’altro si è provato a comprendere quale sia stato l’impatto degli interventi messi in campo dagli ultimi governi italiani, attraverso misure quali Industria 4.0 o Transizione 4.0, nel favorire forme di ecoinnovazione. Ne è emerso che quest’ultima può e deve essere il cardine intorno al quale sviluppare politiche all’avanguardia nel Paese.
“L’eco-innovazione deve essere considerata come motore della sostenibilità e l’economia circolare come nuovo modello di transizione di cui abbiamo bisogno per spostarci da un sistema più lineare ad un sistema di rigenerazione, che emuli il più possibile il sistema naturale”, queste le parole di Grazia Barberio in apertura della discussione.
L’obiettivo deve essere cercare di allungare la vita dei componenti e dei prodotti in generale affinché si possa fare un uso efficiente delle risorse di cui disponiamo minimizzando gli sprechi. “Le parole chiave sono ri-uso, ri-manifattura, re-design del modello economico”, concetti sui quali ENEA si sta focalizzando.
Luca Meini, nel raccontare l’esperienza di ENEL Group, ha posto l’accento su come “l’economia circolare sia un driver strategico, un altro approccio per ridisegnare il nostro business (ENEL ndr) in una duplice ottica: competitività e sostenibilità”. Bisognerebbe modificare l’approccio imprenditoriale, trasformare il modello economico a livello statale. Tuttavia, ad oggi in Italia non vi è ancora una chiara strategia, presente invece in altri paesi in cui il concetto è più affermato. Ciò che manca nel nostro Paese è la visione dell’economia circolare come chiave di ripensamento del modello di business nella sua interezza, dall’organizzazione interne al rapporto con i fornitori, ed è ciò su cui ENEL invece sta puntando.
Per stimolare la transizione verso questo modello, secondo l’opinione di entrambi i relatori, è necessario ragionare su incentivi di medio e lungo periodo.“Prima di ragionare sugli incentivi però – dice Meini – bisognerebbe ragionare sugli ostacoli che permangono in questa transizione, per poi poter allargare la riflessione a tutti gli ambiti: deve essere recepito come un input e declinato lungo tutta la linea dell’attività” .
È imprescindibile considerare nel processo di transizione green lo stretto rapporto che intercorre tra questa e la rivoluzione tecnologica. È per questo che AWARE ha attivato al proprio interno due gruppi di lavoro di ricerca, dedicati proprio alla governance dello sviluppo sostenibile e della trasformazione digitale, per seguirne le dinamiche economico-normative. Su questo rapporto, sia Barberio sia Meini si sono trovati d’accordo: per la Responsabile di ENEA devono essere pensati dei programmi interconnessi, degli strumenti di digitalizzazione che possano supportare il raggiungimento di determinati risultati nel più breve periodo possibile; per Meini il tema dell’innovazione deve essere completamente inserito nella transizione green “non c’è spazio per innovazioni che vadano in senso contrario”.
La crisi sanitaria che stiamo vivendo ha aumentato la consapevolezza su come il modello economico attuale sia fragile e come sia necessario adottare un nuovo collegato ambientale per riformulare tutto il processo e trovarsi pronti. “Bisogna ampliare il concetto di resilienza – dice Barberio – perché l’andamento delle crisi climatiche ci porrà davanti situazioni estreme e sempre più repentine” .