Sostenibilità

Green Finance: settore in crescita, ma c’è ancora molto da fare

Oggi si conclude il Forum on Green Finance and Investment 2020, organizzato dall’OCSE l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, appuntamento fondamentale per il mondo della finanza. Difficile immaginare di poter raggiungere gli obiettivi contenuti nell’Accordo di Parigi, nell’Agenda 2030, nel Green Deal Europeo, senza tenere in considerazione un settore cardine nella società contemporanea. Il settore finanziario è stato additato come uno tra i principali responsabili dell’attuale degrado ambientale a causa dell’applicazione di una filosofia di investimento miope: il massimo profitto nel minor tempo possibile, incondizionatamente da qualsiasi impatto negativo che questo possa avere. Ma il Forum sulla Green Finance, oltre ai numerosi studi e ricerche sul tema, dimostra quanto si stiano cercando delle soluzioni più sostenibili anche in questo ambito.

«La finanza sostenibile sarà essenziale per mobilitare i finanziamenti necessari per rendere l’Europa neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050»
Vice-presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis

L’attenzione verso questa forma di finanza è in crescita da anni ormai. Senza dubbio il fattore che ha portato in auge la Green Finance è stato l’inserimento della stessa nell’Accordo di Parigi del 2015: “Making finance flows consistent with a pathway towards low greenhouse gas emissions and climate-resilient development”. Il passaggio evidenzia infatti la necessità di un reindirizzamento dei flussi finanziari verso progetti, prodotti, infrastrutture ed imprese che siano fonti per uno sviluppo sostenibile e, nello specifico, “climate-resilient”.

«L’Accordo sul clima ha generato un bisogno di fondi per la sostenibilità ambientale e reso i mercati consapevoli della necessità di aprirsi al settore e delle potenzialità che questo può offrire» spiega Chiara Caprioli della Borsa del Lussemburgo, prima nel mondo ad abbracciare la finanza verde.

Cause e ritardi della transizione finanziaria in senso green

Nonostante il grande interesse mostrato nei confronti della domanda persistono ancora due criticità principali: da un lato, l’incertezza sulla sostenibilità ambientale dei diversi tipi di investimenti e di attività economiche; dall’altro, la mancanza di strumenti finanziari e progetti qualificati come green.
Per quanto concerne il primo punto critico, l’Unione Europea ha adottato nel giugno 2020 un Regolamento per stabilire un quadro normativo per facilitare gli investimenti sostenibili. Questo atto rappresenta la pietra miliare del Piano d’azione UE per la finanza sostenibile, in quanto alimenterà diversi interventi legislativi di prossima adozione, come ad esempio lo standard delle obbligazioni verdi dell’UE. Attraverso queste norme l’UE vuole riuscire a garantire agli investitori la maggior trasparenza, e dunque sicurezza, sull’etichetta “green” assegnata a determinati strumenti finanziari. 
La seconda criticità, in parte legata alla prima, riguarda l’assenza di un incontro tra la domanda e l’offerta di strumenti della Green Finance. Questo mancato incontro è conseguente, da un lato, ad una sempre crescente domanda di strumenti finanziari sostenibili, dall’altro, a una limitata offerta da parte degli operatori finanziari causata dalla colpevole assenza di progetti “green” che possano soddisfare le richieste degli investitori.

Green bond, strumenti sostenibili in linea con il Green Deal europeo

Nel frattempo la Germania ha venduto la prima obbligazione verde in assoluto, raccogliendo più di 6 miliardi di euro, un passo ritenuto fondamentale per il mercato finanziario europeo e le conseguenze che ne derivano. La Germania è il paese più “sicuro” della zona Euro per ciò che concerne la raccolta di debito, un fattore non indifferente che ha spinto numerosi investitori a richiedere questo strumento finanziario, il quale andrà a finanziare, con le risorse raccolte, progetti verdi.

«Con l’emissione, il governo ha compiuto un passo importante verso il rafforzamento significativo della Germania come paese di finanza sostenibile» ha affermato il viceministro delle finanze tedesco Joerg Kukies. 

La cancelliera tedesca Angela Merkel, come altri politici europei, ha sottolineato che i finanziamenti per la ripresa di Covid-19 dovrebbero essere in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo, una necessità evidenziata anche dal vincolo posto sulle risorse del Next Generation Fund affinché parte di esse sia diretta a finanziare attività green.
L’emissione di questo strumento da parte della Germania rappresenta un momento focale per il mercato obbligazionario europeo, che ha già visto l’emissione di questi strumenti da parte di Francia, Polonia, Irlanda, Paesi Bassi e Svezia. Le conseguenze sull’economia reale possono avere un grande impatto positivo in considerazione dei numerosi progetti che l’intero continente dovrà realizzare se vuole raggiungere l’ambiziosa neutralità climatica entro il 2050. Attraverso le risorse raccolte potranno essere finanziati progetti che speriamo potranno essere giudicati “green” con la massima certezza.
Nel frattempo si aspetta un’azione simile da parte dell’Italia, approfittando anche dell’apertura della Bce agli acquisti di green bond.
Le risorse finalizzate al finanziamento di progetti verdi, raccolte dai governi, hanno diversi fini, tra gli altri: soddisfare la necessità, imperativa, di spingere la crescita e riportarla ai livelli precedenti la crisi scoppiata per il COVID-19, di migliorare le condizioni di vita e di sconfiggere il cambiamento climatico, tutte priorità che i governi europei dovranno realizzare.

Uno sguardo al settore privato

Non soltanto il settore pubblico ha immesso sul mercato questi strumenti verdi, ma anche diverse aziende private si sono cimentate nell’utilizzo di strumenti tipici della Green Finance. Gli emittenti di obbligazioni verdi non si limitano esclusivamente alle aziende fortemente focalizzate su obiettivi ambientali, come le aziende che operano nel settore dell’energia rinnovabile, ma possono includere un’ampia varietà di entità in grado di articolare la loro storia per ottenere impatti positivi, o cercare di migliorare le loro performance storiche sul mercato finanziario. 
Un esempio è Starbucks, la famosa catena di caffè americana, che ha, fino ad ora, emesso ben tre obbligazioni verdi, raccogliendo 1 miliardo di dollari nel 2019. La scelta di rivolgersi al mercato finanziario al fine di raccogliere risorse utili per realizzare progetti interni finalizzati al soddisfacimento dei criteri di sostenibilità, ha rappresentato un’innovazione nel mercato. Senza dubbio, per un’azienda che fornisce principalmente caffè, la cui filiera produttiva è una delle meno sostenibili al mondo, questa decisione ha permesso a Starbucks di porsi sotto una luce diversa al mercato. Forse si tratta di puro green-washing, ricordiamo che non esistono criteri “universali” per etichettare uno strumento finanziario come “green”, tuttavia la multinazionale da diverso tempo è impegnata a trasferire l’approvvigionamento di grani di caffè verso produttori sostenibili e rendere le sue attività di vendita più ecologiche, destando molto interesse tra gli investitori. Tale modus operandi può essere certamente un modello per tutte le altre società che operano nel mercato.

In conclusione, gli strumenti della Green Finance possono essere utilizzati da numerosi componenti della nostra società, dal settore pubblico al settore privato. Tuttavia, nonostante questa ampia platea di potenziali players di mercato, il settore è ancora lontano dalla maturità e risulta essere ancora in piena fase di sviluppo. Senza dubbio, la preoccupazione per i cambiamenti climatici e l’inquinamento che colpisce tutte le nazioni, rappresenta un importante fattore di spinta che porta Stati e aziende ad interfacciarsi con la Green Finance.
Saranno fondamentali i prossimi 3-5 anni, specialmente con riguardo alle azioni dei policy-makers, europei e non. Essi dovranno essere in grado di bilanciare il rischio di un’eccessiva regolamentazione per il settore, che soffocherebbe l’emergere di nuovi strumenti ed il moltiplicarsi di quelli già in uso, e l’incomprensibile libertà garantita attualmente, che, come conseguenza, impedisce agli investitori di affidarsi completamente alla finanza verde, impedendo al mercato di svilupparsi a pieno.