Sostenibilità

Monopattini elettrici: la micro-mobilità condivisa che trasforma gli spostamenti urbani.

Bestie meccaniche su ruote sfrecciano tra i vicoli delle nostre città. Siamo ormai abituati a riconoscere un nuovo animale della strada, da allontanare dai marciapiedi e a cui prestare attenzione sulla strada. Schivano i pedoni e le automobili in coda, imprevedibili, come animali selvatici in una giungla di cemento, palazzi e smog: sono i monopattini elettrici. La nuova frontiera della micro-mobilità elettrica condivisa. 

Era il luglio 2019 quando iniziarono gli esperimenti di regolamentazione della micro-mobilità condivisa in Italia. Allora, in pochi accolsero il nuovo mezzo di trasporto che iniziava a imperversare tra i più e i meno giovani. Per molti anni il monopattino è stato relegato alla categoria dei giocattoli per bambini e l’attenzione degli adulti veniva attirata solo sporadicamente da spericolati riders che disegnavano difficili coreografie aeree negli skatepark cittadini in televisione.

La nascita del monopattino risale ai primi anni del ‘900 e il suo sviluppo è stato motivato proprio dalla necessità di nuove modalità di spostamento in città. La lunga storia del monopattino è stata altalenante e ,dopo un apparente successo iniziale, gli alti e bassi hanno caratterizzato questa particolare invenzione. Da mezzo per la classe benestante a simbolo dell’emancipazione femminile, da nuova frontiera del trasporto su ruota (sia elettrico che a combustione fossile) a gioco per ragazzini. Ora, con l’espansione della micro-mobilità elettrica condivisa, i monopattini elettrici, insieme agli scooter e alle biciclette, vivono un periodo di nuovo vigore ed espansione. Una nuova onda è arrivata ad accompagnare la diffusione del monopattino che, forse, una volta per tutte, trova il suo giusto posto all’interno della società ridefinendo il concetto di mobilità urbana. Ma che cos’è esattamente la micro-mobilità elettrica? 

Al momento non sembra esserci una definizione chiara e condivisa della micro-mobilità elettrica. In genere si tende ad ascrivere a tale tipologia di trasporti tutti quei mezzi leggeri e di piccole dimensioni alimentati da energia elettrica. In Italia, il decreto sulla sperimentazione della circolazione su strada di dispositivi per la micro-mobilità fornisce alcuni dettagli tecnici aggiuntivi. Si intendono dispositivi per la micro-mobilità elettrica i monopattini, i segway, i monowheel e gli overboard, con una potenza nominale massima di 500W e una velocità di punta non superiore ai 20km/h[1]. Tali caratteristiche, però, non definiscono l’entità propria del veicolo, quanto più le caratteristiche riconducibili alla specifica fase di sperimentazione. Infatti, anche gli scooter e le biciclette sono generalmente riconosciuti come mezzi facenti parte della micro-mobilità. 

Ad oggi, in Italia, i servizi di condivisione della micro-mobilità si sono propagati nella maggior parte dei capoluoghi di provincia. Per quanto riguarda i monopattini elettrici, l’ultimo rapporto nazionale sulla mobilità condivisa diffuso dall’Osservatorio Nazionale sulla sharing mobility e redatto dalla Sezione mobilità della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, sottolinea un considerevole aumento nella proposta di servizi di condivisione[2]. L’offerta di monopattini è passata dai 5000 mezzi disponibili (in sharing) a Rimini, Torino e Verona nel 2019, alle oltre 27 mila unità distribuite in 17 città capoluogo del paese nel 2020. A questi numeri vanno aggiunti quasi 100 mila mezzi di proprietà dei privati[3]. Un dato interessante emerge dalle strategie di gestione della micro-mobilità elettrica rivolte ai monopattini: la gestione di servizi di sharing è gestita completamente da enti privati. La stessa cosa non avviene per le care vecchie biciclette, dal momento che la loro gestione è affidata ad enti pubblici,  ad appalti per la fornitura del servizio e  alle concessioni di servizio pubblico. 

I dati sono chiari, le persone accolgono e apprezzano sempre più questa nuova modalità di spostamento, ma i problemi sono ancora molti, dalla sicurezza alla normativa. Attualmente il fenomeno della micro-mobilità elettrica condivisa è ordinato principalmente dal DPR 481/01 e da regolamenti locali, che spesso collidono e rendono il disciplinamento disomogeneo sul territorio. Inoltre, le regole volte a mettere in sicurezza gli utilizzatori dei servizi necessitano di un rafforzamento e di una revisione, come portato alla luce dai più recenti fatti di cronaca. Nella capitale, per esempio, i casi di trauma dovuti ad incidenti su monopattino sono cresciuti in maniera inaspettata, almeno uno nuovo a settimana[4]. Ciò che preoccupa sono la gravità degli infortuni e l’età dei coinvolti: giovanissimi. 

Una regolamentazione efficace dovrà considerare queste problematiche, insieme ai diritti (alla mobilità) dei singoli e al benessere della collettività; punti cardine dell’economia della condivisione. I cittadini hanno il diritto di potersi spostare liberamente e con i mezzi che ritengono idonei e accessibili, tuttavia, gli interessi della collettività, tra qui quello delle condizioni sanitarie, climatiche e della sicurezza sulle strade, non possono venire meno. Così, la perenne contrapposizione tra diritti del singolo e della collettività trova un nuovo campo di battaglia. Un botta e risposta di regole, reclami e decreti, che rinnova la mobilità urbana e trasforma città e cittadini.

Certo è che il fenomeno dei monopattini elettrici suscita interesse quando si parla di sviluppo sostenibile tecnologico e socio-ambientale, ma che non si perdano di vista le necessità dei cittadini, a volte inconsapevoli. Oltre a cambiare le abitudini quotidiane, è fondamentale mantenere l’attenzione sulla totale decarbonizzazione dell’industria, l’eliminazione della povertà e la protezione della varietà biologica, per proteggere gli interessi presenti e futuri dell’uomo e della vita sulla terra.

[1] https://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/allegato_alla_circolare_n._300-a-1974-20-104-5.pdf

[2] http://osservatoriosharingmobility.it/wp-content/uploads/2020/12/IV-RAPPORTO-SHARING-MOBILITY.pdf

[3] https://www.ilsole24ore.com/art/monopattini-arrivo-stretta-divieto-i-minori-obbligo-casco-e-giubbotto-o-bretelle-riflettenti-AEUgrpb#U40408899816EHB

[4] https://roma.repubblica.it/cronaca/2021/10/01/news/roma_monapattini_allarme_medici_traumi_lesioni_permanenti-320161521/