In un contesto storico come quello attuale, il tema della sostenibilità è diventato una questione di interesse primario per la popolazione a causa dell’evidente aggravarsi delle fragilità socio-ambientali. È sempre più chiara l’esigenza di un cambio di passo radicale, che coinvolga il settore pubblico, il settore privato e il singolo individuo. Per questo motivo, in molti hanno già deciso di cavalcare l’onda del cambiamento per rinnovarsi o addirittura reinventarsi e così rispondere proattivamente non solo ad un problema di ordine globale, ma anche alle esigenze di un pubblico sempre più consapevole delle proprie scelte in materia di sostenibilità.
Alimentazione e sostenibilità
Quello della “sostenibilità” è un tema ampio, che può essere suddiviso in tre categorie: ambientale, economica e sociale, all’interno di ognuna delle quali si possono osservare innumerevoli sfaccettature. Nell’ambito della sostenibilità ambientale, un settore particolarmente toccato dalla rivoluzione sostenibile è quello dell’alimentazione. Grazie alla crescente attenzione che viene prestata ai consumi e all’impatto ambientale delle catene di produzione e grazie alle innumerevoli campagne di informazione e ai documentari come Cowspiracy – prodotto da Netflix nel 2014 – è stato possibile fare chiarezza sull’impatto che l’intera filiera alimentare ha sull’ambiente. La crescente consapevolezza dei produttori e dei consumatori ha permesso che oggi la rivoluzione della piramide alimentare vada di pari passo con il movimento contro il cambiamento climatico, con l’obiettivo comune di promuovere uno stile di vita più sano e sostenibile. Infatti, i due temi sono più legati di quanto non si possa credere. I prodotti che consumiamo e il bilanciamento della nostra alimentazione hanno un forte impatto sull’ambiente e al giorno d’oggi un numero crescente di aziende in tutta la filiera alimentare si sta muovendo per educare i consumatori a prendere scelte consapevoli per il loro benessere e per quello del pianeta.
La doppia piramide alimentare
La Fondazione Barilla si è recentemente impegnata nella promozione di un nuovo approccio all’alimentazione, che incentivi sia il benessere del consumatore sia la sostenibilità ambientale dei prodotti. Per educare il pubblico a questo approccio, è stata creata la “Doppia Piramide Alimentare”, ovvero un grafico composto da due piramidi che aiutano a definire gli impatti sul clima e sulla salute dell’alimentazione. La prima rappresenta la frequenza con la quale 18 gruppi di prodotti, divisi in 7 categorie, dovrebbero essere consumati; mentre la seconda riporta l’impatto ambientale della produzione e del consumo di questi prodotti. Contrariamente a quanto ci si potesse aspettare, la correlazione negativa tra la frequenza con cui un prodotto dovrebbe essere consumato e il suo impatto ambientale è sorprendente. Ne consegue che prodotti come frutta, verdura e alimenti integrali – alla base della piramide della salute – hanno un bassissimo impatto ambientale; mentre prodotti come le carni processate, il cui consumo in una dieta salutare dovrebbe essere ridotto, hanno un altissimo impatto sull’ambiente. Sempre secondo la Fondazione Barilla, una dieta bilanciata che promuove la longevità e il benessere dell’individuo dovrebbe basarsi principalmente sul consumo di frutta, verdura e cereali integrali, accostando con minore frequenza frutta secca, alimenti a basso indice glicemico come pasta, legumi e pesce, e limitando il consumo di alimenti ad alto indice glicemico, quali le carni rosse e processate. Una dieta che, lo si capisce dalla grafica intuitiva della doppia piramide, è anche sostenibile dal punto di vista ambientale.
La dieta Mediterranea: un esempio di sostenibilità e benessere
Sebbene l’idea di educare i cittadini ad un’alimentazione responsabile che tenga conto anche dell’impatto ambientale sia rivoluzionaria, la piramide proposta della Fondazione Barilla rappresenta una dieta che in Italia viene promossa da anni, ovvero quella mediterranea. Riconosciuta dall’Unesco come patrimonio culturale immateriale dell’umanità, questa dieta, che negli ultimi 50 anni ha vissuto una progressiva evoluzione, rispecchia a pieno i suggerimenti di consumo degli alimenti proposti dalla doppia piramide. Tale dieta, nata spontaneamente per via della biodiversità e fertilità dell’ambiente mediterraneo, nel corso degli anni è stata riadattata per mantenere un corretto bilanciamento degli alimenti che vengono assunti quotidianamente, rispettando la stagionalità dei prodotti, le tradizioni e le attività del consumatore, come ad esempio sport e sonno. Per questi motivi, la dieta Mediterranea non si limita solo a proporre una lista di alimenti e suggerirne la giusta quantità di consumo, ma è un vero e proprio stile di vita che promuove benessere, biodiversità e sostenibilità ambientale. Infatti, il consumo di alimenti come frutta, verdura e cereali, che hanno un basso impatto ambientale, riduce le emissioni, permette di preservare la biodiversità del nostro territorio e infine ridurre gli sprechi. Mentre il ridotto consumo di carni rosse o processate non solo permette di ridurre le emissioni, ma influisce anche sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari, neurodegenerative e tumorali.
Le prime ricerche su questo modello alimentare sono state condotte negli anni ’50, fra cui la più famosa è quella del biologo e fisiologo statunitense Ancel Keys, che comparando le diete di Stati Uniti, Italia, Finlandia, Grecia, Jugoslavia, Paesi Bassi e Giappone, fu in grado di concludere con risultati comprovati che la dieta Mediterranea avesse il minore tasso di incidenza sulla salute cardiovascolare dei soggetti considerati. Da allora, ulteriori studi hanno permesso di scoprire che l’equilibrio nutrizionale proposto dalla dieta Mediterranea previene lo sviluppo di numerose malattie croniche, influisce positivamente sull’umore e favorisce uno stile di vita più sano.
Fonti
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/ambiente-fondazione-barilla