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La Sfera Economica del Metaverso

Secondo il  Tech Trend Report del Future Today Institute ci sono diverse sfide che le aziende e le corporations dovranno prendere in considerazione nel mondo virtuale che si sta creando. Da una parte si trova  una crescita esponenziale dal punto di vista lavorativo, avendo la possibilità di ridurre dei costi per quanto riguarda l’infrastruttura e il mantenimento degli spazi fisici che, una volta diventati digitali, possono creare più posti di lavoro e opportunità di espansione. Ci sarebbero, però, anche una serie di investimenti riguardanti  lo spazio di proprietà nel mondo digitale, così come l’acquisto di nuovi dispositivi hardware per poter accedere allo spazio virtuale. 

Per capire in che modo la trasformazione in atto  all’interno del Metaverso modificherà  la sfera economica è necessario  fare un passo indietro, ovvero, si cercherà   di analizzare il cambiamento avvenuto nell’industria durante il passaggio tra l’analogico e il digitale con la comparsa e diffusione di Internet. Le caratteristiche più importanti del periodo di industrializzazione digitale si possono riassumere in due parole contenenti una grande complessità: velocità e informazione. La velocità è avvenuta grazie alla trasformazione tecnologica sia all’interno della catena produttiva con l’introduzione di macchinari più potenti in grado di automatizzare e sostituire il lavoro dell’uomo, sia all’interno della vita quotidiana, grazie all’incremento di tecnologie che facilitano la comunicazione istantanea e i movimenti velocizzati, standardizzati e personalizzati. 

Un esempio di velocizzazione si può trovare nei pagamenti tramite tecnologie contactless o sistemi di trasferimento di denaro in tempo reale, così come l’acquisto online che riduce il tempo che impiega recarsi personalmente in negozio. Secondo Castells, grazie all’introduzione dei network e alle società in rete, l’industria si basa su sistemi di elaborazione dell’informazione, in passato, invece, le modalità produttive si basavano nell’industria e nell’energia. Il cambiamento delle modalità di elaborazione mostra come una grande fetta dell’industria sia occupata in attività di information-processing, ovvero la base per l’incremento della produttività dell’intero sistema. 

  Partendo da queste considerazioni è possibile rivolgere alle aziende alcune domande:

  1. Cosa succede con i lavoratori nel mondo virtuale?

Se prima l’addetto a una macchina in fabbrica si occupava principalmente di quello, adesso il lavoratore dell’industria informazionale, per raggiungere i risultati richiesti, si occupa sia della sua mansione specifica, sia  della gestione del tempo, degli orari di lavoro, della pianificazione, ecc. Il lavoratore della catena di montaggio è stato sostituito dal lavoratore di classe creativa che, invece, di correre dietro alle grandi macchine è costretto a correre con tempi frenetici alle scadenze, e-mail, telefonate e una serie di sovraccarico di informazioni non solo 10 ore al giorno, ma 24 ore su 24 tutti i giorni della settimana. Questo fenomeno è diventato ancora più evidente durante gli anni di pandemia in cui la diffusione dello smart working ha messo in evidenza come la separazione del confine tra pubblico e privato, oppure, casa e lavoro, sia diventata  più flessibile. Dal  punto di vista dei lavoratori, bisogna considerare che  per adattarsi al mondo virtuale dovranno diventare sempre più smart, flessibili, costantemente aggiornati e adattabili ai cambiamenti, disposti ad imparare ed assorbire grandi flussi di informazione così come ad alimentare la grande banca dati che serve per gestire i nuovi processi produttivi.

  1. I consumatori digitali rifletteranno i comportamenti e l’etica che hanno nello spazio fisico, saranno prevedibili? 

La grande banca dati che già da ora è cruciale nei processi di profilazione e personalizzazione dei clienti sarà ancora più importante all’interno del Metaverso, come afferma Melanie Subin, direttrice del Future Today Institute, “con l’utilizzo di tecnologie biometriche di riconoscimento fisico e comportamentale, emotion recognition, analisi del sentiment e i dati personali, il Metaverso può essere lo scenario ideale per creare una realtà più mirata che si adatti su misura ad ogni persona”. In ogni caso , ancora non sono state definite le politiche di privacy ed utilizzo dei dati per il marketing e la profilazione così come non si sono ancora capiti con precisione gli effetti dell’estrema personalizzazione sui prodotti/servizi. 

Ancora non è possibile capire come si comporteranno i consumatori all’interno del Metaverso, se da un lato ci saranno più tecnologie di profilazione, dall’altro le regole comportamentali potrebbero risultare imprevedibili, alcuni  prodotti corrono il rischio  di non essere più richiesti, in quanto legati al mondo fisico. Se lo status diventa più rappresentativo all’interno del Metaverso piuttosto che nel mondo fisico, non sarà più così importante avere vestiti di marca, ma potrebbe diventare più simbolico acquistare beni per personalizzare l’avatar. Oppure, certi prodotti soprattutto legati al significato dello spazio come, ad esempio, i gadget presi ad un viaggio potrebbero diventare banali avendo a disposizione un’intera ripresa tridimensionale del momento vissuto. 

  1. Come ci si può assicurare che le realtà e gli spazi all’interno del Metaverso siano inclusivi e in che modo si può colmare il digital divide?

All’inizio, Internet era lo strumento che doveva aiutare a democratizzare l’informazione e superare i limiti fisici. Il primo problema nel contesto del digital divide, tuttavia, è stato quello infrastrutturale, ovvero, che una parte della popolazione non abbia la possibilità di permettersi dispositivi tecnologici o non ci sia una connessione a Internet in tutte le località geografiche. Tuttavia, questo problema ha un altro livello: la qualità. Paradossalmente nei Paesi sviluppati, dove la maggior parte delle persone ha la possibilità di accedere a Internet, una parte significativa della popolazione non sa come utilizzarla. 

Secondo esperti come Eszter Hargittai, non basta parlare di semplice accesso a Internet, ma bisogna considerare le capacità di utilizzo. Anche Van Dijk ritiene che non sia abbastanza possedere uno smartphone o sapere usare in modo superficiale un dispositivo elettronico, ma diventa anche importante possedere un altro tipo di competenze specifiche per gestire la grande quantità di contenuti e informazioni. A questo livello, altri parametri possono influenzare la conoscenza dell’uso della tecnologia, come ad esempio: genere, provenienza geografica, livello di istruzione, età, ecc. Questo significa che le differenze sulla tecnologia sono state aggiunte alle differenze che esistevano prima, questo spiega perché la disuguaglianza persiste.Da  questo punto di vista, la pandemia è stata un acceleratore, sebbene forzato, in termini di inclusione digitale. Tutte le aziende e istituzioni hanno dovuto adattarsi ad utilizzare nuovi strumenti digitali per lo svolgimento del lavoro, per farlo però una parte importante della popolazione ha dovuto imparare ad utilizzare tali  strumenti da zero, così come ha dovuto investire nell’acquisto di nuovi dispositivi. In altre parti del mondo, dove i sistemi di welfare aziendale sono più carenti, una grande fetta della popolazione è rimasta esclusa in questa fase della catena produttiva. Una replica simile, ma amplificata potrebbe verificarsi nel Metaverso se le aziende, i governi e le istituzioni nonché gli stessi lavoratori si trovano impreparati ad affrontare la trasformazione digitale. Nei prossimi articoli sarà possibile approfondire ancora riguardo le implicazioni socio-tecnologiche del Metaverso nell’economia.