Sostenibilità

Comunità energetiche: un interessante strumento per affrontare al meglio la transizione energetica?

COMUNITA’ ENERGETICA: DI COSA SI TRATTA  

Da febbraio 2020 lo Stato italiano ha iniziato a mostrare volontà di investire sulle comunità energetiche e sull’autoconsumo collettivo. Nello specifico con il Decreto Milleproroghe pubblicato nello stesso mese, si è dato avvio ad una fase sperimentale di autoproduzione e di autoconsumo collettivo (inerente impianti con potenza complessiva inferiore ai 200 kWp) che si concluderà in data 30 giugno 2021.

Diviene quindi rilevante introdurre brevemente la descrizione di comunità energetica e autoconsumo collettivo. Nel primo caso si intendono un “gruppo di utenze appartenenti alla stessa rete in bassa tensione, ovvero utenze che fanno riferimento alla stessa cabina di bassa-media tensione”[1]. Quando si fa riferimento all’autoconsumo collettivo, si rimette al “gruppo di consumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, trovandosi nello stesso edificio o condominio”[2].

In questo articolo si prenderanno quindi in considerazione punti di forza e di debolezza di questa nuova possibilità energetica che fa della condivisione il suo punto centrale.

BENEFICI 

Risparmio economico

Il principale beneficio è il risparmio economico inteso come risparmio sulla bolletta: infatti, maggiore è il consumo dell’energia auto-prodotta e minori sono i costi delle componenti che vengono definite come “variabili” all’interno di una bolletta (la cosiddetta quota energia, composta dal prezzo dell’energia, dalle perdite di rete e dal prezzo di dispacciamento).

Inoltre, rimanendo sull’impatto economico che una comunità energetica può provocare, vi sono da ricordare le numerose agevolazioni economiche (superbonus del 110%) di cui i privati possono usufruire nella costruzione, ad esempio, di un impianto fotovoltaico sul tetto di un edificio (l’ex Super ammortamento è stato sostituito con la legge di bilancio 2020, dal nuovo credito d’imposta al 6%).

Per quanto riguarda l’influenza delle comunità energetiche sulla riduzione dell’inquinamento, essa si può definire positiva. La produzione dell’energia da fotovoltaico ad esempio, permette l’eliminazione di emissioni di CO2.

Infine, data l’impossibilità di garantire la completa utilizzazione dell’energia autoprodotta da parte del produttore, vi è una quantità che viene acquistata dalla rete. Al fine di evitare questa parziale mancata utilizzazione, l’uso comunitario si rivela la miglior soluzione; la messa in comune delle singole utenze permette infatti, la massimizzazione del consumo. 

Contrastare la povertà energetica 

Un altro elemento da considerare è il ruolo che le comunità energetiche ricoprono all’interno della battaglia contro la povertà energetica.

Nel 2021 vi è ancora una fetta della società che non può accedere ai servizi energetici di base. Questo in particolare è caratteristico dei paesi del terzo mondo, ma anche in Europa il problema non è da sottovalutare. Facendo un breve riferimento ai dati dell’Osservatorio della Commissione Europea, si evince come nel 2018 circa 80 milioni di persone non abbiano avuto la possibilità di acquisire i beni energetici minimi (tra questi 4 milioni sono italiani). 

Proprio per questa ragione, in molti Stati sono presenti degli osservatori i quali si occupano della mitigazione della difficoltà di accesso ai beni definiti minimi dal punto di vista energetico.

Le strategie italiane per la riduzione del mancato accesso a questi servizi sono incentrate maggiormente sul sostentamento di un’adeguata possibilità di spesa riguardante il consumo energetico (il PNIEC, tra il 2012 e il 2030, prevede 1.200 miliardi di investimenti, un terzo dei quali diretti al settore residenziale). Vi è poi anche una componente orientata all’incentivazione finanziaria e culturale, al fine di garantire allo stesso tempo comfort abitativo ed efficienza energetica. Questo perché un importante indicatore della povertà energetica è quello che rappresenta il rapporto (elevato) tra la spesa energetica e la capacità di spesa complessiva. 

In considerazione di quest’indicatore, l’importanza delle comunità energetiche diviene rilevante. Innanzitutto, vi è una componente di solidarietà, intesa come la possibilità per i soci di una comunità di usufruire di accesso a buon mercato ad energia prodotta da fonti rinnovabili e di condivisione di strategie efficaci per il risparmio energetico. Esso si traduce ad esempio, nell’installazione di sistemi comuni di monitoraggio dei consumi energetici individuali coinvolgendo al tempo stesso i consumatori e rendendoli consapevoli dei propri comportamenti. 

COMUNITA’ ENERGETICHE FOTOVOLTAICHE 

Aspetti positivi 

Se ci si focalizza maggiormente sulle comunità energetiche che sfruttano l’energia solare, bisogna sottolineare come uno dei maggiori vantaggi di questo tipo di comunità sia, proprio come per le altre tipologie, il risparmio associato bolletta elettrica. L’importo che è possibile salvare con la comunità solare varia a seconda di una serie di fattori, tra cui, ma non limitato a:

– il modello di prezzo del programma a cui partecipi;
– le attuali tariffe dell’elettricità;
– il costo dell’acquisto o dell’abbonamento solare per la comunità, e quanta elettricità si riceve dal centro fotovoltaico condiviso.
Come regola generale, molti partecipanti alla comunità solare risparmiano dal 5 al 15% [3] delle loro bollette elettriche tipiche. Tuttavia, alcuni programmi solari della comunità possono essere più costosi della bolletta elettrica corrente, quindi è importante valutare sia le bollette mensili attese che i risparmi a lungo termine mentre si decide se aderire o meno a un programma fotovoltaico comune.

Storicamente, una delle difficoltà nella diffusione dell’adozione di impegni energetici comuni era la struttura dei programmi e dei contratti. Molti programmi fotovoltaici della comunità includevano contratti a lungo termine con pesanti spese di cancellazione, rendendo difficile per alcuni clienti impegnarsi. Oggi, le aziende solari della comunità stanno spesso aprendo nuovi programmi che rimuovono queste barriere, permettendo ai clienti di scegliere in contratti a breve termine o semplificando il processo di annullare o trasferire il loro contratto solare comunitario.

Difficoltà nella diffusione delle comunità

Vi sono però alcune difficoltà nella diffusione delle comunità energetiche e queste si incontrano proprio quando si affronta la tipologia di comunità energetica che basa la propria produzione sull’utilizzo dell’energia solare.

Ad esempio, quando si progetta una comunità energetica solare, viene richiesto uno spazio che sia molto soleggiato e che possa definirsi ininterrotto. Può dunque avvenire che, nel caso di progettazione di comunità molto ampie, si incorra in deforestazioni e conseguente compromissione di habitat naturali. Molti degli aspetti negativi associati all’impronta del suolo della comunità solare possono essere risolti astenendosi dal disboscare nuovi terreni e progetti di costruzione su appezzamenti di terreno precedentemente sgomberati, altrimenti inutilizzabili, come discariche o brownfields

Se la gestione ambientale è uno dei motivi principali per cui si sta considerando un progetto solare comunitario, si potrebbe prendere in considerazione di andare avanti nel processo di scelta, con un’azienda che dimostra pratiche sostenibili di utilizzo del territorio.

Per dare un’immagine esplicativa di questa disponibilità limitata prendiamo l’esempio di uno dei paesi più estesi del mondo, gli Stati Uniti nel quale, a settembre 2019, solo 19 stati avevano politiche attive riguardanti la comunità solare, ma il numero cresce ogni anno.
Al fine di costruire un mercato comunitario del solare statale, i governi locali devono approvare una legislazione che consenta ai clienti di sfruttare l’elettricità solare prodotta a distanza. La maggior parte degli stati con la comunità solare offrono benefici di misura virtuali netti. Invece, in altri, ci sono forme di accreditamento remoto di energia solare.

Ad una prima analisi sembrerebbero prevalere gli aspetti positivi rispetto a quelli negativi. La consapevolezza sociale intorno a questo tema sta crescendo notevolmente, anche grazie agli importanti sgravi fiscali offerti dal governo italiano su indicazione della Comunità europea. Come si è visto all’inizio, il primo vero periodo di prova si concluderà a breve e al termine di questo si potrà stilare un bilancio.

Bibliografia:

  1. Comunità energetiche: via alla rivoluzione green. LEGGI QUI

2. Comunità Energetiche e Autoconsumo Collettivo: Cosa sono? Le definizioni e le differenze. LEGGI QUI

3. Pros and Cons of community solar. LEGGI QUI

4. Le comunità energetiche in Italia. LEGGI QUI

Soeiro, Susana & Ferreira Dias, Marta. (2020). Community renewable energy: Benefits and drivers. Energy Reports. 6. 134-140. 10.1016/j.egyr.2020.11.087.

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