Sostenibilità

Waste Generation: Da rifiuto a nuova materia prima.

Cyrkl: innovazione e ottimizzazione della gestione dei rifiuti al servizio delle aziende

L’economia circolare ricopre un ruolo fondamentale nella transizione verso un modello di sviluppo sostenibile, promuovendo la riduzione al minimo dei rifiuti attraverso processi di riutilizzo, riparazione e riciclo di materiali e prodotti preesistenti.

I rifiuti rappresentano una minaccia non solo per la salute umana ma anche per l’ambiente, contaminando il suolo e le falde acquifere con le sostanze chimiche presenti nella loro composizione

Durante lo smaltimento sono richieste infatti enormi quantità di energia che rilasciano gas serra influendo sul clima, senza contare l’enorme perdita di materie prime e prodotti che potrebbero essere inserite nel processo produttivo senza richiedere l’estrazione di nuove materie vergini.

La pandemia ha evidenziato le debolezze nelle catene delle risorse e del valore di PMI e dell’industria, esacerbando e causando l’irreperibilità delle materie prime e una conseguente impennate di prezzi.  Secondo l’ultimo Circularity Gap Report, che misura la circolarità dell’economia mondiale, raddoppiando l’attuale tasso di circolarità dall’8,6% (dato 2019) al 17%, si potrebbero ridurre i consumi dei materiali dalle attuali 100 a 79 gigatonnellate e tagliare le emissioni globali di gas serra del 39% l’anno.

In quest’ottica, trasformare i rifiuti in risorse, può presentarsi non solo come la soluzione a dei rischi socio-ambientali, ma anche come un’opportunità economica per le imprese europee che, emancipandosi dalla dipendenza da materie prime, potrebbero arrivare a risparmiare fino a 604 miliardi di euro, ovvero l’8% del fatturato annuo, producendo entro il 2030 un aumento del PIL quasi dell’1% e creando oltre 2 milioni di posti di lavoro rispetto a uno scenario economico abituale.

Nonostante la gestione dei rifiuti nell’UE sia molto migliorata negli ultimi decenni, più di un quarto dei rifiuti urbani viene ancora smaltito in discarica e meno della metà viene riciclato o compostato, con notevoli differenze tra stati membri.

Nel 2018 il totale dei rifiuti prodotti nell’UE da tutte le attività economiche e le famiglie ammontava a 2337 milioni di tonnellate. Di questi, la metà non è stata sottoposta ad alcun tipo di operazione di recupero, finendo direttamente in discariche o inceneritori,  senza alcun tipo di recupero energetico.

In Italia e in Europa, il riciclaggio e la gestione dei rifiuti sono disciplinati dal Pacchetto sull’economia circolare dell’Unione Europea (del 2018), che stabilisce fra gli obiettivi il riciclo di almeno il 55% dei rifiuti urbani entro il 2025. La quota è destinata a salire al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035 e il riciclo del 65% dei rifiuti di imballaggi entro il 2025 (70% entro il 2030) con obiettivi diversificati per materiale.

Stando sempre al Circularity Gap Report, l’Italia si attesta, tra le economie europee, al primo posto per diffusione della circolarità. La media Italiana di riciclo è infatti del 68% a fronte di un 57% europeo, stesso vale per tasso di uso circolare di materia che in Italia raggiunge il 19.3% contro 11.9% europeo,il nostro paese continua a presentare criticità  nel recepimento delle direttive europee.

Nel Programma nazionale per la gestione dei rifiuti, infatti, risulta ancora inadeguato il quadro di incentivi/disincentivi per dare attuazione alla gerarchia europea nella gestione dei rifiuti e incrementare la circolarità, nonché per sostenere il mercato delle materie riciclate. Si riscontrano evidenti differenze territoriali e farraginosità amministrativa e  non sono ancora chiari gli obiettivi di riciclo e riutilizzo per i produttori nonostante viga il Regime di responsabilità estesa del produttore. Il Regime di responsabilità è volto ad assicurare che ai produttori di prodotti spetti la responsabilità finanziaria e organizzativa della gestione della fase del ciclo di vita in cui il prodotto diventa un rifiuto, incluse le operazioni di raccolta differenziata, di cernita e di trattamento.

É evidente che la trasformazione di rifiuti in risorse si presenta come un processo tutt’altro che semplice e privo di ostacoli. Tuttavia, l’introduzione di modelli di sinergia tra sistemi industriali nel medio e lungo termine sembra l’unica alternativa  per contribuire alla crescita sostenibile del nostro paese.

Cyrkl: l’economia circolare al servizio delle aziende.

Da questa consapevolezza è nata nel 2018 Cyrkl, società internazionale di tecnologia e consulenza specializzata nella gestione circolare dei rifiuti e leader in Europa, con più di diecimila aziende che si affidano ai suoi servizi.

L’idea di Cyril Klepek (CEO), esperto di innovazione ed Economia Circolare era proprio quella di contribuire ad innovare ed ottimizzare la gestione dei rifiuti, contribuendo a rendere accessibile il mercato e facilitare lo scambio fra i diversi interlocutori industriali.

Cyrkl si presenta come una realtà bicefala che vede da una parte la piattaforma interattiva di marketplace, dove le aziende possono offrire ed acquistare i rifiuti sulla base della loro tipologia e dall’altra un qualificato servizio consulenziale.

I consulenti di Cyrkl, attraverso i servizi di waste stream analysis e calcolo di riduzione delle emissioni di CO2, consentono alle aziende di calcolare il valore dei loro rifiuti/risorse contribuendo a contrastare gli sprechi e l’inquinamento, con conseguente effetto sui  loro risultati economici. 

Per le aziende, realtà come Cyrkl, rappresentano un’occasione per migliorare la propria autonomia circa la volatilità dei mercati e la produzione di materie prime. Superare il paradigma dell’economia lineare e della crescita perpetua sarà di fondamentale importanza per creare un mercato competitivo e resiliente. Un passo avanti per un futuro più sostenibile ed equo.