Sostenibilità

La Sharing Mobility tra innovazione e sostenibilità

Le sfumature dei modelli economici contemporanei sono numerose e tutte parimenti interessanti. Abbiamo incontrato in due precedenti articoli due concezioni di economia che si completano l’un l’altra,  la Green e la Blu Economy. Queste particolari tipologie, oggi non molto diffuse, si contrappongono alla classica Brown Economy, principale causa dell’attuale condizione ambientale e sociale. Come ormai sappiamo l’economia continua ad innovarsi per trovare alternative efficienti ed efficaci e per permettere l’implementazione della sostenibilità.

Dunque andiamo ad osservare un diverso modo di concepire l’economia in maniera più sostenibile: la Sharing Economy, ossia l’economia della condivisione. Non la analizzeremo nel suo complesso, ma focalizzandoci solamente sulla  condivisione dei mezzi di trasporto. Oggi questa attività è diffusa in numerosi paesi del mondo e ormai affermata anche in Italia grazie alla quale sono stati osservati benefici in termini economici, ambientali e sociali. Ad oggi i mezzi di trasporto che sono soggetti alla condivisione da parte degli utenti delle varie piattaforme che gestiscono i servizi di sharing sono l’auto, il motorino, il monopattino e la bicicletta.

Una definizione di Sharing Economy

Dare una definizione di Sharing Economy non è cosa semplice, questo a causa della vasta gamma di sfumature e declinazioni che essa ricomprende al suo interno. La condivisione può prevedere una quantità smisurata di attività, oggetti, idee e tutto ciò che concerne l’interesse economico. Possiamo però affermare, grazie al supporto dell’americana Rachel Botsman, studiosa della Sharing Economy, che esistono diverse caratteristiche comuni alle varie sfaccettature, come la Car Sharing, la Bike Sharing, la Food Sharing, l’House Sharing, la Peer Sharing. Caratteristiche che che si ritrovano in questo modello economico quali:

  • Sbloccare il valore di un asset sottoutilizzato o inutilizzato, sia per un beneficio monetario che non-monetario;
  • Le decisioni strategiche di breve e lungo periodo della società che gestisce la piattaforma sono caratterizzate da trasparenza, umanità ed autenticità;
  • I fornitori dal lato dell’offerta sono valutati, rispettati ed incoraggiati e le imprese rendono la loro vita economicamente e socialmente migliore;
  • I consumatori dal lato della domanda beneficiano dell’abilità di ottenere beni e servizi in più modi efficienti, ciò significa che loro pagano per l’accesso e non per la proprietà;
  • L’attività di business crea un mutuo beneficio.

La Sharing Economy dei mezzi di trasporto come innovazione

L’innovazione generata dalla Sharing Economy ha permesso alle persone di lasciare a casa la propria auto, a volte di non comprarla affatto, generando quindi una riduzione delle emissioni derivanti dagli spostamenti. Questo effetto positivo è dovuto al fatto che la maggior parte dei mezzi di trasporto in condivisione, anche se in una città come Roma può non affatto sembrare, hanno degli spazi appositi dove possono essere prelevati e parcheggiati. L’innovazione inoltre trova la sua maggior espressione nell’uso della tecnologia che permette a coloro che vogliono usufruire del servizio di conoscere dove è stato collocato il mezzo e dove è possibile lasciarlo, riducendo dunque il tempo richiesto per la ricerca di un posto. Inoltre il costo è molto basso, si parla non più di 0,30 €/minuto per ciascun servizio (Car2Go, Enjoy, Share’ngo, ZigZag, eCooltra ecc.) e considerando soprattutto che l’utilizzo di un mezzo in condivisione include l’accesso alle zone centrali dove vige la ZTL, la possibilità di parcheggiare nelle strisce blu, di non pagare la benzina e ovviamente coloro che ne usufruiscono sono esentati dai servizi di manutenzione e di assicurazione del mezzo.

I benefici sull’ambiente

Dunque la condivisione di un mezzo di trasporto rappresenta un’alternativa più che valida all’uso di uno privato, soprattutto se si ha a cuore l’ambiente. Grazie alle basse emissioni delle auto dei servizi di condivisione a Brema, in Germania, ad esempio, gli oltre 3.000 utenti di Car Sharing hanno garantito una riduzione delle emissioni di CO2 nell’ordine di 2.000 tonnellate annue, mentre in Italia un’auto in Car Sharing sostituisce ben 8 auto private. Ma non è tutto, stiamo assistendo ad una vera rivoluzione nel campo della mobilità condivisa grazie alla messa in campo di mezzi a 0 emissioni, tra cui bici, che solitamente un normale cittadino di una metropoli non possiede nella propria casa, monopattini elettrici, da poco in sperimentazione in Italia, auto e moto elettriche. 

Il mercato italiano

Le opportunità che si possono cogliere grazie alla Sharing Mobility sono numerose e questo grazie alla continua espansione del mercato interno che attraverso innovazione, ricerca e sostenibilità continua a far registrare numeri estremamente positivi. 

Ad oggi in Italia si contano circa 5 milioni di fruitori dei vari servizi che permettono di muoversi comodamente ed in maniera sostenibile ad un prezzo ragionevole, servizi che diventano sempre più necessari in città come Roma e Milano le quali, nel caso del Car Sharing, da sole contano l’80% dei noleggi

La nuova modalità di condivisione non porta vantaggi solo agli utilizzatori, bensì fa registrare risultati estremamente positivi sull’economia del paese: in Italia solamente il settore del Car Sharing, apporta al nostro PIL l’11,1% di ricchezza economica. Inoltre permette un guadagno indiretto dal settore del turismo che grazie alla facilità di movimento, permesso da un’integrazione con i servizi di altri paesi nel mondo, consente maggiori spostamenti e quindi una spesa non più concentrata esclusivamente in zone centrali e facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici, ma anche in quelle meno collegate che possiedono attrazioni ugualmente ricercate.

L’implementazione 

Senza dubbio il punto cruciale rimane la modalità per accrescere la diffusione del servizio implementando l’uso dei mezzi di trasporto condivisi e incentivando le società ad entrare nel mercato. È su quest’ultimo punto che si sta concentrando il Ministero dell’Ambiente attraverso PrIMUS, il Programma di Incentivazione della Mobilità Urbana Sostenibile. Il Programma incentiva e co-finanzia la Sharing Mobility, ovvero la diffusione di forme di mobilità a basso impatto ambientale.

Infine per ciò che riguarda i cittadini è, senza dubbio, fondamentale puntare a favorire la propensione al cambiamento dei loro comportamenti ed abitudini in favore di una mobilità più sostenibile e vantaggiosa per tutti.

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