Sostenibilità

La rivoluzione della mobilità Green

L’Unione Europea, al fianco di altri leader globali, è da anni impegnata nella promozione di politiche sostenibili a trecentosessanta gradi. Uno sforzo largamente ripagato dagli effetti benefici che queste politiche stanno avendo a livello sia economico che ambientale, ma che è anche stato messo a dura prova dalle conseguenze dell’epidemia e dal cambio di priorità politiche ed economiche. Uno degli ambiti toccati dal cambiamento di circostanze è quello della mobilità sostenibile.

Cosa vuol dire “mobilità sostenibile”?

Questo termine, che sta diventando sempre più frequente nel nostro vocabolario, nasce da un processo di consapevolezza progressiva delle istituzioni e della società nell’ambito della sostenibilità. Appena vent’anni fa, nel 2001, in Europa è stata approvata la prima strategia per lo sviluppo sostenibile volta a ottenere una maggiore crescita economica, coesione sociale e a migliorare l’ambiente. A questa strategia ad ampio spettro si sono susseguite revisioni e implementazioni per contrastare in maniera più specifica le problematiche relative alla sostenibilità. Nel 2006, nel quadro della strategia europea in materia di sostenibilità, la mobilità sostenibile è stata definita con l’obiettivo di garantire che i mezzi di trasporto vengano sviluppati tenendo in considerazione gli obiettivi economici, sociali e ambientali, minimizzando le eventuali ripercussioni negative sugli stessi. Il settore della mobilità, infatti, riguarda ben più della sostenibilità ambientale. I mezzi di trasporto di persone e beni hanno un forte impatto anche sullo sviluppo economico e sul benessere della società e per questo rappresentano uno dei temi centrali in materia di sviluppo sostenibile.

Cambio di passo post-Covid

L’UE sostiene da tempo l’utilizzo di mezzi di trasporto ecologici e la transizione verso questi ultimi, ma l’epidemia ha cambiato le abitudini degli utenti e ha messo in luce il forte bisogno di soluzioni più sostenibili e alla portata di tutti per potersi muovere a livello locale, nazionale ed europeo. Nel luglio 2020, i leader dell’UE hanno concordato un pacchetto di norme con l’intento di ricostruire l’economia europea passando dalla  transizione verde e sostenibilità per arrivare a un’economia e una società a zero emissioni nette entro il 2050 . Next Generation Europe – ovvero lo strumento temporaneo pensato per stimolare la ripresa – unito al bilancio a lungo termine dell’UE costituisce il più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato in Europa. Da norme più stringenti per i mezzi ad alte emissioni, ad incentivi per l’acquisto e l’utilizzo di mezzi sostenibili, a numerose iniziative volte alla sensibilizzazione della società, l’Europa mira a rivoluzionare i trasporti e ridurre notevolmente le emissioni causate da questi. I progetti finora proposti sono eterogenei e pensati su misura secondo le esigenze del territorio. A livello locale verranno costruite piste ciclabili, dati incentivi per l’acquisto di mezzi a basso consumo e il traffico in alcune aree delle città verrà limitato agli autoveicoli ibridi. A livello regionale e nazionale l’utilizzo delle ferrovie – che nonostante la pandemia continuano a costituire un mezzo privilegiato per molti utenti – verrà incentivato e le infrastrutture saranno migliorate.  A livello europeo, invece,  le infrastrutture ferroviarie saranno potenziate e moltiplicate, mentre si punta a creare aeromobili a zero emissioni .

Mobilità sostenibile nell’Italia di domani

L’Italia ha reagito positivamente alla pressione europea dal punto di vista della mobilità sostenibile, attivandosi fin da subito per promuovere l’acquisto e l’utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale. L’epidemia, anche in questo caso, ha cambiato le abitudini e le preferenze degli utenti stradali, e a soffrirne di più sono stati i trasporti pubblici, il cui utilizzo, secondo un’indagine svolta grazie ai dati raccolti da Apple Maps nel 2020, sarebbe calato del 25% con un conseguente aumento dell’utilizzo di mezzi di trasporto individuali e della mobilità pedonale. Complici la volontà di assicurare mezzi di trasporto sostenibili, ma senza rischio di contagio e il bisogno impellente di ridurre il tasso di inquinamento atmosferico, l’Italia ha saputo dimostrarsi resiliente e capace di trasformare un momento di crisi in un’opportunità per migliorarsi. Ne sono un esempio tra le altre, le città di Mantova, Torino, Trento e Bolzano, dove diverse iniziative ad-hoc sono state pensate e messe in atto con lo scopo di ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la mobilità urbana. A Trento nasce infatti il “Piano Dieci Minuti”, ovvero un’iniziativa volta alla costruzione di un’infrastruttura urbana che permetta ad ogni cittadino di recarsi ovunque in appena dieci minuti. Mentre a Torino, il progetto “Turin Geofencing Lab” in collaborazione con FCA prevede l’installazione di dispositivi capaci di interagire con le automobili per farle passare in modalità elettrica all’entrata delle zone ZTL. A causa dell’evidente divario tra Nord e Sud, anche nell’ambito della mobilità sostenibile, la Fondazione per il Sud ha finanziato il “Bando per la mobilità sostenibile al Sud” volto a favorire progetti virtuosi di mobilità sostenibile locale.

Complessivamente, l’Italia si è dimostrata in grado di accogliere la sfida e avere la volontà e i mezzi per raggiungere gli obiettivi che si è preposta, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Secondo Edoardo Zanchini, Vice Presidente di Lega Ambiente, il Recovery Plan punta nella giusta direzione, ma c’è bisogno che queste sfide diventino una priorità soprattutto per i sindaci, che dovrebbero essere supportati nell’investire in progetti ambiziosi e rivoluzionari che non solo possano migliorare la qualità ambientale, ma possibilmente anche generare un ritorno economico attraverso il turismo e la creazione di nuovi posti di lavoro migliorando la qualità della vita in città. 

Nonostante il suo impegno, l’Italia, come molti dei suoi vicini, rimane indietro rispetto ai Paesi del Nord Europa, dove le politiche di mobilità sostenibile vengono implementate e rinforzate da anni e che ora puntano a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni all’orizzonte 2050. Per quanto sia impossibile comparare le grandi città italiane alle capitali nordiche sia dal punto di vista dell’urbanistica che della grandezza, queste ultime offrono spunti di riflessione e un esempio positivo per apportare dei cambiamenti significativi alla mobilità locale.

Le aspettative per il futuro
Per quanto possa sembrare utopico in un Paese che da anni vive nel pregiudizio di essere malfunzionante e ingestibile, l’Italia ha oggi strumenti per dare una svolta decisiva alle sue politiche di mobilità sostenibile e la leadership politica sembra essere disposta a incentivare e supportare la transizione con ogni mezzo necessario. Quello che dobbiamo aspettarci e domandare in quanto cittadini e utenti attivi è che questi progetti vengano pensati e realizzati in tempi brevi, attraverso la partecipazione di tutti gli strati della società, soprattutto dei giovani. Inoltre, un secondo punto fondamentale è che tutto il territorio nazionale venga coinvolto per scongiurare l’eventualità in cui, ancora una volta, il Paese funzioni a due velocità diverse rispettivamente al Nord e al Sud. Gli ingenti fondi europei, combinati all’efficienza tecnologica e alla volontà delle istituzioni e della società, costituiscono un forte motore di cambiamento il cui momentum deve essere sfruttato per far ripartire il Paese proprio dalla mobilità sostenibile.