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“La Bestia” è sbarcata su TikTok: la strategia di Salvini sul social degli adolescenti

L’ex Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è ufficialmente il primo politico italiano ad aver aperto un account su TikTok, il nuovo social network cinese che sta spopolando tra i giovanissimi. Per chi conosce la piattaforma, questa notizia può sembrare davvero sorprendente: TikTok è infatti un social nato per contenuti musicali, di danza e recitazione, di certo non l’ambiente in cui ci si aspetterebbe di vedere il leader del Carroccio. La cosa che sorprende più di tutte è però il pubblico a cui si rivolge: la maggior parte degli utenti che frequentano questo social hanno dai 12 ai 16 anni.

Dal 12 Novembre, giorno dell’apertura dell’account, Salvini ha postato 11 video con contenuti diversi: dai saluti alle forze dell’ordine, agli spezzoni dei suoi interventi televisivi, dal video di una famiglia di orsi che attraversa la strada, ai video del Capitano che canta “Albachiara” ad un evento di karaoke. Conoscendo la quantità di post quotidiani che vengono prodotti dalla “Bestia” di Luca Morisi, sembra strano vedere che siano stati postati poco più di una decina di video in 13 giorni, ma questo è probabilmente dovuto al fatto che il profilo sia ancora in uno stato sperimentale: il team social di Salvini deve ancora trovare quel tipo di contenuto che possa “fare breccia” nel pubblico dell’applicazione.

È interessante osservare come i contenuti postati siano principalmente non politici, cosa già vista sui suoi profili Facebook e Instagram anche se in proporzione minore, ma che su TikTok hanno qualcosa di nuovo: ci troviamo davanti ad un Salvini auto-ironico. Vedere il capitano fingersi Alberto Angela mentre spiega il valore dell’ulivo più antico d’Italia o vederlo mentre, dopo aver mangiato delle ottime olive ascolane, fa jogging per smaltire i chili di troppo, è un tipo di contenuto social che molti non si aspettavano.

Molti commentatori hanno già osservato che questa potrebbe non essere una strategia vincente per Salvini. Che senso avrebbe aprire un profilo su un’applicazione che non è per nulla utilizzata dal proprio elettorato (o dall’elettorato in generale)? Altri ritengono invece che questa non sia una strategia da considerare sul breve termine, ma come un tentativo da parte della Lega per avvicinarsi ai giovanissimi, provando a mettersi in contatto con loro in maniera diretta.

La verità è che è ancora troppo presto per giudicare se questa sia una mossa intelligente da parte di Salvini e del suo team di comunicazione (che fino ad adesso ne hanno sbagliate davvero poche). Neanche i numeri parlano chiaro per il momento: il profilo di Salvini ha delle quote relativamente alte di “mi piace”, in media sono più di 10 mila per ogni post, ma, allo stesso tempo, la maggior parte dei commenti sotto i video sono negativi e contrari sia verso le sue politiche che verso la sua presenza su TikTok. È innegabile che questo social network sia una piattaforma con una base prevalentemente progressista, ma l’alto numero di commenti negativi che rimangono visibili è anche dovuto al fatto che TikTok non permette di eliminare i commenti altrui sotto i propri post (come Facebook e Instagram fanno da tempo).

Insomma, Luca Morisi ed il team di comunicazione social di Salvini hanno creato quello che i comunicazionisti chiamano un nuovo “touch-point”: un nuovo punto di contatto che guarda ad un nuovo segmento del pubblico, in questo caso i giovanissimi. L’obiettivo è chiaramente quello di influenzare direttamente i futuri elettori (e indirettamente i loro genitori), ma la questione è: può funzionare? Per come è stato sviluppato fino ad oggi, TikTok è un’applicazione poco versatile in termini di contenuti e probabilmente per nulla adatta a contenuti di tipo pseudo-politico.

Quando si apre un nuovo touch-point è fondamentale avere qualcosa da dire che sia rilevante per il nuovo pubblico a cui ci si presenta, altrimenti si rischia di cadere nel dimenticatoio o, peggio, nel ridicolo. I risultati ottenuti da Salvini non ci permettono ancora di dire se si tratti o meno di una strategia vincente, l’unica cosa sicura è che Salvini è riuscito a sfruttare per primo una nuova piattaforma che gli può permettere di presentare un nuovo aspetto di sé, battendo nuovamente tutti i suoi rivali nella “corsa agli armamenti” social.

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