Economia

Italia e Cina ora sono più vicine

Xi Jinping a Roma, un evento che ha attirato l’attenzione di tutti i media italiani e non solo. Nella capitale sono arrivati in più di 500 tra delegati e persone vicine a Xi.

Da Deng Xiaoping a Xi Jinping, due figure fondamentali per l’evoluzione cinese

Facendo un passo indietro nella storia, si può osservare come, alla fine degli anni Settanta, la Cina era un paese stremato, ancorato a modelli di sviluppo rivelatisi per molti aspetti catastrofici. Le innumerevoli violenze generate dalla Rivoluzione culturale (1966-76) possono far intuire quanto sia stato sconvolgente, per un intero popolo, il tentativo di rinnegare le proprie radici culturali, lo stile di vita e le tradizioni.

Il merito dell’evoluzione può essere riconosciuto principalmente a  Deng Xiaoping (邓小平),che con grande perizia, assecondò e trasformò in soluzioni vincenti le spinte provenienti dal popolo, riuscendo così a mantenere il potere senza ricoprire mai posizioni di principale rilievo, che spettarono ad altri, quali Zhao Ziyang e Hu Yaobang. Per sé rivervò la presidenza della Commissione Militare Centrale. Da sottolineare il suo ruolo nella dura repressione della protesta di Piazza Tian’anmen (1989).

Xi JinPing (习近平) nato a Pechino nel Giugno del 1953, entra a far parte del Partito Comunista Cinese nel 1974, per poi diventarne Segretario Generale nel 2012. Per le elezioni del 2013, Xi ed i suoi ideologi parlano più volte del “sogno cinese”,probabilmente coniato dalla celebre espressione: “il sogno americano”. E’ nominato Presidente della Repubblica Popolare Cinese nel 2013, portando avanti la sua filosofia di resurrezione cinese e, una volta eletto, inserisce in cima alla lista delle iniziative da sviluppare il nuovo progetto “Belt and Road Initiative”, conosciuto in italia come nuova via della seta.

Memorandum of Understanding

Si dice che Xi non visiti mai una nazione per futili motivi, ma che quando si sposta c’è sicuramente un affare da concludere. Voce non smentita nell’ultima apparizione a Roma, dove con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 23 marzo hanno firmato il Memorandum.

Ma andiamo nello specifico, di cosa tratta? Il Memorandum Of Understanding sancisce l’adesione dell’Italia, prima tra i paesi del G7, alla Belt and Road Initiative, un progetto infrastrutturale-commerciale fortemente voluto dal presidente cinese sin dal primo momento della sua elezione. Lo scopo è quello di creare una connessione tra Cina, Eurasia (supercontinente che comprende Europa ed Asia) ed Africa attraverso 4 differenti vie: una terrestre comprendente strade e ferrovie; una marittima attraverso investimenti cinesi nei porti italiani e l’aumento delle rotte navali tra Cina ed Italia; una aerea con più voli di collegamento ed uno snellimento nelle operazioni per l’ottenimento dei visti ed infine una quarta via rappresentata dalle telecomunicazioni.

Il progetto coinvolgerebbe non solo l’Italia ma circa 65 paesi, pari al 70% della popolazione mondiale. Un piano faraonico che nel suo corso ha trovato diversi intralci, ma che non sembra destinato a fermarsi.

Nel concreto sono 29 le aziende italiane (private ed istituzionali), ad avere stretto accordi con quelle cinesi. Ad essere coinvolto non è solo tutto il settore industriale italiano, ma anche il turismo.

Sulla Nuova Via della Seta, quindi, non passeranno solo merci, ma anche turisti cinesi, ambiti per la loro elevata propensione al consumo. E’ coinvolta anche l’agricoltura, con la firma del protocollo per l’esportazione di seme bovino dall’Italia alla Cina, aprendo così un importante canale commerciale per il  comparto zootecnico del nostro paese.

Le preoccupazioni degli USA e dell’Europa

Secondo un rapporto del Dipartimento della Difesa degli USA, sono numerose le inquietudini che derivano dall’espansione cinese verso l’Europa, mirata ad escludere gli Stati Uniti dalla regione Indo-Pacifica, attraverso il mastodontico progetto infrastrutturale della Belt and Road Initiative. A tal riguardo le tensioni commerciali ed informatiche con la Cina hanno scosso anche Lewis M. Eisenberg, Ambasciatore USA a Roma, che si è detto tuttavia soddisfatto in quanto il 5G (tecnologia di quinta generazione nell’ambito della telefonia mobile cellulare) è stato rimosso dal memorandum Italia-Cina, ma rammaricato perchè l’Italia è il primo paese G7 a firmare l’accordo sulla Via della Seta, considerando le minacce  informatiche e quindi di sicurezza nazionale che potrebbero scaturirne.

Le preoccupazioni arrivano anche dall’Unione Europea, con Günther Oettinger( Commissario europeo per il bilancio e le risorse umane nella Commissione Juncker) che si è detto allarmato in quanto le reti elettriche, le autostrade ed i porti non sarebbero più in mani europee, ma in quelle cinesi.

Il “sogno cinese” potrebbe spodestare il “sogno americano”, che per decenni ha affascinato e catturato l’attenzione dei nostri connazionali?

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