Economia

Entrare nel mondo del lavoro: i consigli di Roberto Maglione

Olivetti Group, Tim, Telecom Italia Group, SKY Italia, Finmeccanica Group, Spencer Stuart Italia sono le tappe percorse nella gloriosa carriera da Roberto Maglione. Oggi, dopo una lunga esperienza manageriale, istituzionale, operativa ed accademica è attualmente in servizio presso la LUISS Business School e consulente per le Risorse Umane e Organizzazione.

Per noi è stato un onore intervistare il Dottor Roberto Maglione, professionista nel settore HR che nel corso della sua carriera ne ha viste di ogni e ha gestito diverse migliaia di persone.

Chi meglio di lui può darci delle interessanti dritte?

Quali sono le caratteristiche che cerca(va) per la selezione dei suoi collaboratori?

La principale caratteristica è la lealtà (e non la fedeltà) nei confronti dell’Azienda, della Funzione di appartenenza, dei Capi, dei Colleghi e dei Collaboratori. Poi vengono le capacità individuali, le competenze professionali e le attitudini personali (dedizione, tenacia, coraggio, ecc.). Personalmente ho sempre riscontrato questa caratteristica per me determinante più nelle donne che negli uomini, per via di un maggior senso pratico e di una maggiore tenuta psicologica.

Per un giovane che si appresta ad entrare in Azienda, quanto sono importanti formazione, esperienze lavorative anche di bassa formazione specifica e esperienze extracurriculari?

A parità di percorso formativo, a mio avviso le esperienze extra-curriculari vere e quindi documentate (volontariato, significative permanenze a vario titolo all’estero, sport agonistico e relativi risultati conseguiti) sono predittive di orientamento al prossimo, impegno e sostenibilità sociale, senso del dovere e del sacrificio, orgoglio e motivazione. Tutti elementi che possono fare la differenza all’atto della scelta da parte aziendale.

Quali sono gli errori che vengono commessi più spesso dai candidati in fase di colloquio?

Non essersi documentati prima del colloquio su: azienda, tipo di lavoro, posizione e contenuti, interlocutore aziendale. Il principale errore è la genericità (sono disposto a svolgere qualsiasi incarico) accompagnata da un senso (trasmesso) di fatalità (se mi prendono bene, altrimenti pazienza) o di rassegnazione (tanto sceglieranno i soliti raccomandati). Oltre alla sostanza, bisogna trasmettere energia, positività, determinazione, equilibrio – maturiamoci (gravitas) e serietà.

Se non si hanno questi presupposti meglio evitare il colloquio che sarebbe – in tal caso – solo una deludente e demotivante perdita di tempo.

Quali sono le tre principali competenze trasversali che va a sondare in fase di colloquio?

  1. Vision (capacità di vedere oltre il proprio naso e di pianificare le azioni e le scelte future).
  2. Execution (orientamento all’ottenimenti di risultati sostenibili e duraturi nel tempo, nel rispetto degli altri e quindi delle regole del gioco).
  3. Business mind-set (capacità di comprendere, interpretare e – se possibile- anticipare le esigenze degli Stakeholder e del sottostante business model).

Durante una conferenza tenutasi in LUISS nel mese di novembre ho avuto il piacere di ascoltare le parole dell’AD Acea, il quale afferma che un vero Leader si vede nei momenti di difficoltà. Non voglio quindi chiederle qual è stato il momento più felice della sua lunghissima carriera, ma quale invece è stato il più difficile, se c’è stato un fallimento che lo ha segnato in particolare e come è riuscito ad affrontare e ribaltare questo momento negativo.

I momenti difficili sono sempre stati cancellati nella mia mente da quelli felici che per fortuna sono stati in gran numero maggiori. La cosa peggiore che mi è capitata dal punto di vista professionale è stata la momentanea perdita – talvolta indotta dagli eventi o dai Capi diretti – dell’autostima e quindi della consapevolezza di essere nel giusto e dunque della grande motivazione al risultato che è sempre stata ed è tuttora forse il mio maggior punto di forza.

La cura migliore è stata in questi casi il coraggio di fare scelte alternative, cambiando i contesti di rifermento (azienda, lavoro, professione) e con essi quel particolare tipo di Capo diretto.

Per concludere, un consiglio che può dare ai giovani che stanno cercando lavoro o che stanno per entrare in azienda.

Il consiglio che posso dare è quello di essere generosi e donativi verso gli altri, ma soprattutto verso sé stessi, pensando positivo e seguendo non tanto la ragione, ma il sogno, la passione e l’ottimismo della volontà.

Bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo e non aspettare di avere tutti gli elementi perfettamente allineati per poterlo superare agevolmente.

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