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Un primo sguardo all’assetto del nuovo Esecutivo

Premessa: questo articolo non intende esprimere alcuna posizione politica, né critica alle scelte fatte nell’organizzazione del nuovo Governo, ma si limita a riportare delle osservazioni sulla base di una prima analisi dell’assetto istituzionale annunciato questi giorni circa la composizione del nuovo Esecutivo e le deleghe ai Ministri.

Il quadro: punti fermi e novità

Una Premier, ventiquattro Ministri – di cui quindici con portafoglio e nove senza portafoglio – e un Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Questi i numeri della prima conformazione del nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che conta un Ministro in più rispetto ai Governi precedenti (erano ventitré i Ministri sia nel Conte II sia nel Draghi). Per lo più confermata comunque la precedente impostazione dei Ministeri (restano fermi infatti Affari Esteri, Interno, Giustizia, Difesa, Economia, Infrastrutture e mobilità sostenibili, Lavoro e politiche sociali, Cultura, Salute e Turismo), appare interessante soffermarsi su alcuni dei Ministeri di cui è stata annunciata una nuova denominazione e che per alcuni potrebbe portare – presumibilmente – anche ad una diversa attribuzione di competenze. Di seguito riepilogo dei cambiamenti annunciati:

Governo DraghiGoverno Meloni
Ministri con portafoglio
Sviluppo economicoImprese e made in Italy
Politiche Agricole Alimentari e ForestaliAgricoltura e sovranità alimentare
Transizione EcologicaAmbiente e sicurezza energetica
IstruzioneIstruzione e merito
Ministri senza portafoglio
Innovazione tecnologica e la trasformazione digitale
Affari europei, politiche di coesione territoriale e PNRR
Riforme Istituzionali
Politiche giovaniliSport e giovani
Sud e coesione territorialePolitiche del mare e per il Sud
Pari Opportunità e la FamigliaFamiglia, natalità e pari opportunità

Ma tali nuove denominazioni, cosa potrebbero comportare nella sostanza? 

Ministri con portafoglio

  • Sviluppo economico -> Imprese e made in Italy – Uno dei Ministeri più ambiti negli ultimi anni, già nei precedenti Governi era stato depotenziato in particolare delle competenze sull’energia, mantenendo alcune politiche per il digitale – seppur con un ruolo minoritario rispetto ai Ministri per l’Innovazione -, divenendo in particolare il punto di riferimento per le politiche industriali, incentivi per le imprese e la gestione dei tavoli di crisi. Con la nuova denominazione è presumibile che possa essere mantenuta tale impostazione: il cambio potrebbe essere dovuto a voler rimarcare l’attenzione che sarà dedicato al comparto produttivo italiano. Rimane l’incognita sulle competenze sulle infrastrutture di telecomunicazioni, 
  • Politiche Agricole Alimentari e Forestali -> Agricoltura e sovranità alimentare – Al netto dell’inserimento dell’espressione “sovranità alimentare” nel nome, che ancora non appare chiara ai più, quel che emerge è la mancanza delle politiche “Forestali”. Considerando solo tempo recenti, dal 2006 in avanti, la competenza sulle foreste è stata attribuita al Ministero per le politiche agricole e alimentari: è possibile che ora invece si sposti al nuovo Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energica.
  • Transizione Ecologica -> Ambiente e sicurezza energetica – Le competenze del Ministero dell’Ambiente, istituito per la prima volta dal Governo Craxi II, è stato oggetto nel tempo di diverse modifiche rispetto alle competenze attribuitegli. Con il Governo Draghi è stato definito un nuovo perimetro di azione del Ministero (della Transizione Ecologica), improntato sulla gestione non solo delle politiche ambientali ma anche di quelle energetiche (depotenziando il MISE, v. sopra). La nuova denominazione non dovrebbe preludere un nuovo cambiamento di competenze, piuttosto – o forse è quanto ci si potrebbe auspicare – sarà potenziato ulteriormente per completare il passaggio delle competenze dal MISE. 
  • Istruzione -> Istruzione e merito – A prima vista non una vera innovazione, quanto una rimarcazione dell’interesse di mettere al centro del percorso educativo il merito. 

Ministri senza portafoglio

  • Innovazione tecnologica e la trasformazione digitale (il grande assente) – è saltata all’occhio di molti l’assenza dalla lista del nuovo Governo del Ministro per l’Innovazione (anche in una denominazione diversa), figura chiave per la gestione delle ingenti risorse previste dal PNRR per gli interventi sul digitale (guardando alla sola Missione 1, sono oltre 40 miliardi) e per favorire la transizione digitale del Paese. Ma su questo, torneremo più avanti. 
  • Affari europei, politiche di coesione territoriale e PNRR (la Novità) – La maiuscola non è casuale, questo Ministro – seppur senza portafoglio – rappresenta una delle innovazioni più importanti nel contesto istituzionale. Infatti, raggruppa sotto un’unica figura la gestione di due Dipartimenti della Presidenza del Consiglio (Affari europei e Coesione) con i maggior ruolo in termini di contrattazione con l’Unione Europea, sia da un punto di vista normativo sia economico (soprattutto per quanto riguarda i Fondi Strutturali europei seguiti dal Dip. della Coesione), ai quali viene aggiunta la competenza sul coordinamento del PNRR. Tale scelte potrebbe anche preludere un possibile cambiamento dell’attuale sistema di governance del Piano italiano, ad esempio inglobando la Segreteria Tecnica per il PNRR (e altri organi minori istituiti presso la Presidenza del Consiglio da Draghi per supportare l’attuazione del PNRR).
  • Riforme istituzionali – Nell’87 fu nominato il primo Ministro con le deleghe ai “problemi istituzionali” e solo nel 2006, con il Governo Berlusconi I, fu istituito un vero Dipartimento per le riforme istituzionali presso la Presidenza del Consiglio. Nonostante le esperienze di Governi passati – da ultimo il Governo Renzi -, negli esecutivi guidati da Gentiloni, Conte e Draghi non erano stati nominati Ministri per le riforme istituzionali, in quanto la delega era stata attribuita agli stessi premier (es. Gentiloni) o al Ministro per i rapporti con il Parlamento (Conte I e II, Draghi). Non un’innovazione, ma una novità rispetto agli ultimi Governi. 
  • Politiche Giovanili -> Sport e giovani – Non rappresenta un cambiamento: già in diversi precedenti esecutivi le politiche giovanili e per lo sport erano state affidate ad uno stesso Ministro, da ultimo nel Governo Conte II era stato Vincenzo Spadafora a detenerle. 
  • Sud e coesione territoriale -> Politiche del mare e per il Sud – Depotenziato delle competenze sulle politiche di coesione, fondamentali per lo sviluppo del Mezzogiorno, il nuovo Ministro del Mare e per il Sud avoca a sè una competenza che negli ultimi esecutivi era stata attribuita al Ministero dell’Ambiente (MAATM, nel quale l’ultimo “M” era proprio dedicata al “mare”) e al MITE (Ministero della Transizione ecologica). Una novità pertanto, per la quale bisognerà capire quale sia il perimetro di azione anche in considerazione degli altri ministeri esistenti.
  • Pari Opportunità e la Famiglia -> Famiglia, natalità e pari opportunità – Ad una prima vista non rappresenta un’innovazione, quanto la volontà di dedicare maggiore attenzione al tema della natalità.

Che fine farà l’innovazione tecnologica e digitale? Tre possibili scenari

Abbiamo imparato a conoscere il PNRR, le scadenze stringenti per raggiungere gli obiettivi fissati e per ottenere i pagamenti delle rate dalla Commissione UE. Anche per questo – è presumibile – è stato nominato un apposito Ministro. Ma, come anticipato, proprio il Piano italiano destina oltre 40 miliardi ad interventi sul digitale, divisi tra interventi per migliorare i servizi che le Pubbliche Amministrazioni erogano ai cittadini e alle imprese, interventi per migliorare le infrastrutture tecnologiche strategiche, interventi per migliorare la sicurezza dei dati c.d. critici del Paese, con la formazione Polo Strategico Nazionale (PSN), e la resilienza  cibernetica. La mancanza di un Ministro dedicato non presuppone che non verrà individuata alcuna figura che si occuperà di tali temi, e non si può escludere che semplicemente le competenze sugli stessi saranno ridistribuite tra i Ministri nominati. Bisognerà vedere però a a chi saranno attribuite, e quali competenze. 

Al momento ad ogni modo, considerato che il Dipartimento per la Trasformazione Digitale (DTD) al quali si appoggiava il Ministro per l’innovazione tecnologica, Vittorio Colao, è incardinato presso la Presidenza del Consiglio, fino ad indicazioni diverse la delega su tali temi è in capo alla neo Premier, Giorgia Meloni. Ma quali potrebbero essere alcuni possibili scenari?

  1. Accentramento alla Presidenza del Consiglio – Tra i prossimi passi del Governo ci sarà anche la distribuzione dei ruoli di Sottosegretari e Viceministri, e non è una prassi nuova quella di affidare alcune competenze che si vogliono mantenere vicino al Presidente del Consiglio proprio ai Sottosegretari di Stato alla Presidenza. Potrebbe essere questo il caso di Digitale, ma anche di Telecomunicazioni e (Aero)Spazio. Infatti, la ridenominazione del Ministero dello Sviluppo Economico in Imprese e made in Italy potrebbe presupporre un depotenziamento del Ministero sui temi delle TLC, che potrebbero invece essere seguiti direttamente da un Dipartimento (da istituire o che potrebbe essere creato all’interno dell’attuale DTD) presso la Presidenza del Consiglio. Potrebbe essere previsto lo stesso anche per le Politiche spaziali e aerospaziali, per le quali a luglio era stato istituito un apposito ufficio presso il DTD. In questo contesto, potremmo quindi vedere alla Presidenza del Consiglio:
    • tre Sottosegretari ognuno con una delega (opzione difficile);
    • due Sottosegretari, di cui uno al Digitale e allo Spazio e l’altro alle Telecomunicazioni (opzione plausibile);
    • un Sottosegretario unico “plenipotenziario” (opzione difficile). 
  2. Mantenimento dello status quo (o quasi) – In alternativa, sempre attraverso la divisione dei ruoli di “sottoGoverno”, potrebbe essere nominato un Sottosegretario con deleghe al Digitale, Spazio e Aerospazio a Palazzo Chigi, mentre le telecomunicazioni potrebbero rimanere, affidate ad un Sottosegretario o ad un Viceministro, una prerogativa del nuovo Ministero delle Imprese e del made in Italy (presso il quale sono già presenti due Direzioni generali dedicate ai temi TLC, oltre all’Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione-ISCOM). 
  3. Stravolgimento dell’attuale assetto – Ipotesi che appare remota è quella della redistribuzione delle deleghe sul digitale tra gli altri Ministeri già previsti. Potrebbero essere spostate le competenze del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, distribuendole tra:
    • Ministero della Difesa, per la parte di politiche della sicurezza cibernetica e gestione dei dati strategici nazionali (PSN);
    • Ministro per la Pubblica Amministrazione, al quale potrebbero essere affidate le deleghe per la digitalizzazione delle PA e dei relativi serzivi;
    • Ministro per il PNRR, che potrebbe assumere le competenze non distribuite o prenderle tutte;
    • Inoltre, il Ministero delle Imprese e del made in Italy manterebbe la competenza sulle comunicazioni elettroniche.

Alcune considerazioni finali

AWARE nel suo ruolo di c.d. “Terza parte” osserverà con attenzione le attività del Governo, cercando di aprire canali di comunicazione e confronto per contribuire – come fatto con i precedenti Esecutivi – a migliorare l’Italia e l’Unione Europea. Avanzeremo proposte che possano aiutare i decisori a rispondere alle esigenze di cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione, per favorire una transizione digitale e sostenibile del sistema Paese, che lo renda contemporaneamente autonomo, ma non isolato, nel rispondere alle criticità e aperto alle opportunità di miglioramento e crescita comune. In questo senso riportiamo una lista dei nostri approfondimenti nei quali sono contenute già alcune proposte su temi che saranno oggetto delle attività del nuovo Governo. Buona lettura

Le proposte di AWARE:

Transizione sostenibile

  • Il settore agroalimentare: Responsabilità Sociale d’Impresa ed impegni europei
    • Proposte in breve: Supportare le PMI italiane nell’implementazione di pratiche di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI); colmare possibili lacune della PAC con interventi a protezione della biodiversità e preferenze per progetti ambientali.
  • Il sistema agrivoltaico: Rischi, benefici e opportunità per la transizione energetica
    • Proposte in breve: Favorire la valorizzazione e l’integrabilità tra produzione agricola ed energetica con approccio multidisciplinare. Favorire la ricerca e l’applicazione di nuovi sistemi agrivoltaici nel rispetto della neutralità tecnologica.
  • Il ruolo della mobilità elettrica nella transizione energetica e il caso “Enel X”
    • Proposte in breve: Potenziare l’infrastruttura di ricarica per i veicoli elettrici ed elaborare una campagna di informazione a livello nazionale per sensibilizzare la popolazione italiana ad un nuovo approccio alla mobilità green, sottolineandone gli innegabili benefici ma anche i limiti e come questi possano essere superati, anche al fine di ridurre la c.d. “Range anxiety”.
  • Istruzione, giovani e competenze – Da dove ripartire uno sviluppo digitale e sostenibile
    • Proposte in breve: Fornire un contributo economico a fondo perduto, c.d. “Voucher verde”, alle micro, piccole e medie imprese con il fine di incentivare un processo che porti ad incrementare le loro competenze nell’ambito dello Sviluppo Sostenibile; introdurre esoneri contributivi per favorire le assunzioni di giovani nel settore primario e ampliare, in favore delle aziende agricole condotte da giovani,  i contributi a fondo perduto fino al 35% della spesa ammissibile alle aziende agricole ubicate su tutto il territorio nazionale, già previsti dalla normativa vigente per le imprese nel Mezzogiorno, a sostegno di investimenti per un’agricoltura smart e green.
  • Le Comunità Energetiche: un’analisi politico-sociale
    • Proposte in breve: Favorire ed incentivare lo sviluppo di comunità energetiche per incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili e favorire la decarbonizzazione del settore termico e dei trasporti. Necessaria l’adozione di norme unitarie per le comunità energetiche, ma allo stesso tempo flessibili e considerevoli delle variabili morfologiche, climatiche e sociali del territorio italiano. 
  • La transizione del settore della moda: criticità e soluzioni
    • Proposte in breve: Istituire a livello nazionale programmi di finanziamento finalizzati a coprire parzialmente o interamente le spese delle aziende collegate all’ottenimento di certificazioni di sostenibilità per il settore tessile. Sviluppare, inoltre, un quadro normativo volto a definire nuove regole di trasparenza sulle conseguenze socio-ambientali dell’attività economica attraverso la divulgazione obbligatoria.
  • Una moda (in)sostenibile: equità sociale, inquinamento e responsabilità del consumatore
    • Proposte in breve: Favorire progetti industriali sostenibili volti a realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 5 (parità di genere), 8 (lavoro dignitoso e crescita economica), 12 (garantire modelli di consumo e produzione sostenibili), 14 (vita sott’acqua) e 15 (vita sulla terra), con particolare attenzione verso le PMI del territorio.

Transizione digitale

  • 5G: opportunità di investimento ed implicazioni geopolitiche delle reti di quinta generazione
    • Proposte in breve: Favorire il coordinamento tra i diversi attori coinvolti nell’adozione del 5G, costituendo un gruppo di esperti dotati di competenze trasversali che siano in grado di formulare soluzioni realistiche e consapevoli per promuoverne la diffusione.
  • I cavi sottomarini come infrastruttura critica: rischi, trend e opportunità per l’Italia
    • Proposte in breve: Investire nella sorveglianza e nel rafforzamento dei perimetri di sicurezza delle cable landing stations; utilizzare l’infrastruttura sottomarina come volano per la proiezione estera dell’Italia, in particolare per quanto concerne l’azione italiana nel Mediterraneo.
  • Fibra ottica in Italia: quale strada seguire?
    • Proposte in breve: Abbandonare il progetto di Rete Unica in favore del mantenimento della competizione infrastrutturale (wholesale) tra gli operatori, correggendo gli ostacoli normativi e burocratici che rallentano il raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano BUL.
  • Sanità digitale: il ruolo dei dati e le sfide per il Sistema Sanitario Nazionale
    • Proposte in breve: Centralizzare i dati sanitari regionali a livello nazionale; aumentare la formazione digitale del personale sanitario; integrare in un unico database nazionale i dati dei medici di base e dei loro pazienti di riferimento; sviluppare all’interno dell’app IO un servizio di messaggistica con possibilità di scambio file (PDF e simili) che sia criptato con la tecnologia end-to-end dove pazienti e medici possano comunicare in maniera rapida.
  • Istruzione, giovani e competenze – Da dove ripartire uno sviluppo digitale e sostenibile
    • Proposte in breve:  Inserire nel percorso scolastico un corso di Educazione Civica Digitale a livello nazionale per tutte le classi delle scuole secondarie di primo grado; rafforzare il ruolo di Competence Center e Innovation Hubs come raccordo tra istruzione, imprese e ecosistema dell’innovazione; lavorare alla costituzione di un ente di diritto privato capace di svolgere il ruolo di catalizzatore della ricerca e dello sviluppo tecnologico sul modello dell’istituto Fraunhofer tedesco.
  • Blockchain e Pubblica Amministrazione: verso un futuro decentralizzato
    • Proposte in breve: 1) Creare un processo di identificazione informatica unico e sicuro in modo da riconoscere validità giuridica alle transazioni che avvengono su Blockchain e che implicano gli utenti con identità verificata; 2) Implementare una rete Blockchain per la Pubblica Amministrazione di natura ibrida.
  • Sviluppo digitale: ripartire da competenze e Innovation Hub. Un esempio dal mondo dello sport
    • Proposte in breve: rafforzare la rete di Competence Center e Innovation Hub presenti sul territorio nazionale per favorire la crescita di nuove realtà innovative e promuovere la diffusione delle competenze digitali. 
  • Strategia Cloud Italia: la migrazione della PA in un contesto globale/europeo
    • Proposte in breve: Semplificare le procedure autorizzative per la realizzazione delle reti; definire e aggiornare il Syllabus che descrive il set minimo di competenze digitali di base per ciascun dipendente pubblico;  realizzare una piattaforma applicativa per l’erogazione via web di test di verifica e valutazione dell’apprendimento; adottare soluzioni standardizzate e formati aperti che tutelino il principio dell’interoperabilità dei servizi cloud.