Economia

FCA e Renault pronte a fondersi per conquistare il mercato mondiale

FCA è pronta a replicare quanto accaduto nel 2009: la fusione avvenuta con Chrysler sotto la guida dell’ex amministratore delegato Sergio Marchionne. È infatti notizia di lunedì il fatto che, dopo mesi di incontri tra i manager delle due società, FCA abbia fatto recapitare sulla scrivania dei vertici di Renault il progetto di fusione tra le due case automobilistiche.

I dati estrapolati dai bilanci delle due società riportano come la fusione potrebbe creare un gigante da 8.7 milioni di autovetture vendute nel 2018.

La possibilità di  ricomprendere nella fusione anche Nissan e Mitsubishi, entrambe giapponesi, appare come una questione alquanto complessa. Dal 1999 la Renault possiede il 43% di Nissan che a sua volta detiene il 34% di Mitsubishi. Una maxi fusione tra FCA, Renault, Nissan e Mitsubishi creerebbe così un gigante nel settore automobilistico ben più potente di Toyota e Volkswagen, i due leader di mercato mondiali. Renault è il principale azionista di Nissan ciò porta a pensare che la sua partecipazione, insieme con Mitsubishi, all’interno dell’accordo FCA-Renault sia scontata, ma così non è, almeno per ora. Il Giappone, infatti, è da sempre molto nazionalista e piuttosto che cedere il controllo dei suoi fiori all’occhiello in campo automobilistico mediante una fusione ad un gruppo europeo formato da Italia e Francia, preferirebbe scindersi gradualmente dall’alleanza ormai ventennale con Renault e continuare autonomamente. Il maxi accordo da 15 milioni di vetture vendute all’anno sembra ancora lontano.

Una fusione dove ci guadagnano un po’ tutti

La fusione societaria è l’operazione attraverso la quale più società vengono unite in un’unica nuova società con lo scopo di apportare reciproci vantaggi. Il progetto proposto da FCA prevede una fusione alla pari: 50% FCA e 50% Renault. La nuova società sarà quindi gestita alla pari dai manager di entrambe le società. Dal momento in cui la capitalizzazione di borsa di FCA è pari a 18 miliardi e quella di Renault 15, occorre, inevitabilmente,  una diminuzione del valore di FCA ed è per questo che la famiglia Elkann ha già pronta una maxi cedola di 3 miliardi da liquidare a favore dei loro azionisti. Restituendo 3 miliardi di euro agli azionisti la fusione diventerebbe a tutti gli effetti 50%-50%.

Cosa spinge i due gruppi a volersi fondere?


FCA si trova in posizione vantaggiosa dal punto di vista finanziario rispetto ai francesi, questo permette loro di trovare finanziamenti con maggior facilità e con un tasso di interesse conveniente; ha tanti marchi ma pochi modelli per ciascuno di essi. Inoltre non ha a disposizione tecnologie chiave per lo sviluppo di auto elettriche, cosa che al contrario Renault ha sviluppato notevolmente, mentre nella guida autonoma vanta una partnership di primo livello con Google e Bmw. Al contrario il gruppo Renault, grazie anche al partner giapponese (Nissan-Mitsubishi), dispone di architetture che permettono di ideare vetture con caratteristiche molto diverse tra loro per ogni marchio, andando a soddisfare una clientela maggiore. Con una fusione di questa portata l’asse FCA-Renault è pronto indubbiamente a rafforzare la sua posizione nei mercati europei e americani.

E i concorrenti?


La reazione dei concorrenti è tutta da vedere. PSA (proprietaria di marchi quali Peugeot,  Citroën e Opel), Ford e Volkswagen dovranno ora reagire a questa alleanza pronta a nascere se non vorranno vedere invertite le gerarchie mondiali del mercato automobilistico e di conseguenza rivedere al ribasso le proprie stime di vendita. Le prossime settimane saranno cruciali per mettere in atto una strategia di contrattacco al duo FCA-Renault da parte dei principali competitors.  

La borsa da fiducia all’operazione


I dati sono chiari. Sinergie per 5 miliardi. Questo grazie ad una maggior efficienza negli acquisti sfruttando economie di scala, equivale a dire una riduzione dei costi per via del maggior numero di componenti acquistate, ad una maggior qualità nella ricerca e sviluppo a costi più contenuti per la produzione di famiglie di motori in comune. Una combinazione considerata quasi perfetta dagli addetti ai lavori e che sarebbe capace di esprimere tutto il suo valore se eventualmente questa alleanza dovesse allargarsi al Giappone.
Tutto questo ottimismo si riflette inevitabilmente sui mercati che rispondono in maniera positiva alla trattativa circa la fusione: il titolo FCA ha avuto un incremento dell’8% e Renault del 12% nella sola giornata di lunedì. Un nuovo colosso è pronto per nascere. Nissan, Renault, salite sulla giostra?