Economia

Tutti pazzi per Conte – il Coronavirus stringe gli italiani attorno al Premier

Il Premier più amato degli ultimi dieci anni

Sembra impossibile che, solo due anni fa, Giuseppe Conte fosse un professore universitario sconosciuto che, quasi per caso, si era ritrovato a fare il Presidente del Consiglio. Sembra impossibile perché guardando i sondaggi e gli indici di gradimento delle ultime settimane, Conte sembra essere l’uomo politico più amato dalla popolazione italiana.

In questo periodo di crisi e difficoltà per la nazione, nonostante le – numerose – gaffes sue, di alcuni suoi ministri e di alcuni Governatori regionali, il Presidente del Consiglio gode di un supporto popolare mai visto nella storia recente del nostro Paese. Infatti, secondo uno studio Demos per La Repubblica, il 71% degli intervistati dà un giudizio positivo al Governo Conte.

Un dato così alto non si vedeva da davvero tantissimo tempo. Basti pensare che, negli ultimi dieci anni, i livelli di consenso più alti registrati erano il 62% di Conte nel Settembre 2018 e il 69% di Renzi dopo le Europee del 2014.

Il successo del Presidente del Consiglio nell’opinione pubblica è rispecchiato anche nei suoi numeri sui social Networks: da Febbraio, Conte ha più che raddoppiato i followers sulla sua pagina Facebook, andando da circa 1 milione a 2.1 milioni di likes, guadagnandone la maggior parte nelle ore subito precedenti e successive ai suoi discorsi alla nazione (11 e 21 Marzo).

Il perché del successo di Conte

Le ragioni dietro all’exploit di Conte negli indici di gradimento sono molteplici, ma sono due i fattori principali. Il primo è il contesto in cui ci troviamo. Gli effetti devastanti del Covid-19 – sia dal punto di vista umano che da quello economico – hanno messo il Paese in grave difficoltà. L’Italia vive da anni in una situazione di instabilità e insicurezza ma, questa volta, gli italiani si trovano davanti ad una crisi diversa. Per la prima volta e dopo lungo tempo, ci troviamo davanti ad una crisi che non ha un colpevole che possa essere ben definito. La crisi economica ha portato ai sentimenti anti-establishment, quella migratoria ha infiammato la retorica xenofoba, ma nella crisi pandemica che stiamo vivendo è ben più difficile trovare qualcuno da definire come la fonte di tutti i mali. 

In un contesto come questo, la retorica divisiva che ha infiammato le piazze e i talk show negli ultimi dieci anni – prima attraverso Renzi, poi attraverso i 5 Stelle ed infine verso Salvini – non attecchisce più nel cuore degli italiani. I cittadini, in questo momento, cercano una figura unitaria, responsabile e pacata. E, guarda caso, Giuseppe Conte è l’esatta incarnazione di queste tre parole.

Il secondo fattore dietro il successo di Conte è più incentrato su un cambio nella sua strategia comunicativa. Più che lasciare che la stampa agisse da mediatrice tra Palazzo Chigi e i cittadini, Conte – o il suo staff di comunicazione – ha scelto la strada della disintermediazione. Il Presidente del Consiglio si è liberato di ogni intermediario per poter comunicare il proprio messaggio direttamente alla popolazione. Ogni messaggio riguardante la crisi del Coronavirus va direttamente dal produttore (Conte) al consumatore (il popolo italiano).

Questa, per il momento, è una doppia vittoria per Palazzo Chigi. Prima di tutto perché il messaggio viene  veicolato dalla stampa ed evita così a Conte di dover rispondere a caldo alle domande dei giornalisti – attività nel quale non è mai brillato. Il secondo, e più importante vantaggio della disintermediazione, è la vicinanza che viene percepita dagli italiani. Poter assistere al discorso del Presidente del Consiglio semplicemente aprendo Facebook sul nostro telefono, ce lo fa percepire come una figura molto più vicina e familiare, soprattutto se usa frasi ad effetto come “Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci con più calore e per correre insieme più veloci domani”.

Una bolla destinata a scoppiare. Forse.

Una questione rimane però irrisolta: il successo di Conte è destinato a durare o si affievolirà con il passare del tempo e della pandemia? In altre parole, questa passione degli italiani per Conte, è una semplice infatuazione o è vero amore?

È infatti vero che viviamo nell’era della fast politics, della politica veloce, dove tutto cambia in fretta e i leader si fanno e si distruggono nel giro di pochissimo tempo. Basti pensare a Renzi che nel 2014 aveva raggiunto degli indici di gradimento molto simili a quelli Conte, ma già nel 2016 aveva perso molto del suo supporto. Un altro esempio ancora più eclatante, è quello di Prodi che nel luglio 2006 raggiunse improvvisamente un supporto popolare del 60%, proprio in coincidenza con la vittoria degli azzurri al mondiale di calcio. Inutile dire che il supporto per l’allora Presidente del Consiglio si sgonfiò non appena l’entusiasmo per la vittoria della nazionale lasciò i pensieri degli italiani.

Insomma, i dati che osserviamo oggi nei sondaggi potrebbero semplicemente essere una bolla destinata a scoppiare di qui a breve. Una volta passata la crisi dovuta al Coronavirus, il Presidente Conte si troverà di fronte ad una nuova sfida: cavalcare l’onda dei consensi, prima che questa lo travolga.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *